Regime forfettario: limite a 85.000 euro fino a fine 2024

Il Consiglio UE (Dec. 2023/664) ha autorizzato l’Italia ad esentare dall’IVA i soggetti passivi il cui volume di affari annuo non superi 85.000 euro. In buona sostanza il regime forfettario “allargato” sarà operativo fino al 31 dicembre 2024.

La tanto attesa decisione del Consiglio UE (2023/664) è arrivata, autorizzando così l’Italia ad ampliare la soglia del regime forfettario fino ad 85.000 per tutto il 2023 ed il 2024. Infatti, la manovra prevista in Legge di Bilancio, richiedeva un ulteriore step per poter risultare pienamente operativa, siccome la previsione del regime forfettario consiste in una deroga all’art. 285 Direttiva IVA 2006/112/CE che autorizza determinati soggetti passivi, che abbiano un ben preciso volume di affari, a non applicare l’IVA alle operazioni svolte.

La decisione UE si traduce in un regime forfettario “maxi”, blindato fino al 31 dicembre 2024, che risulta così incrementato rispetto al limite stringente precedente. Si passa pertanto da 65.000 a 85.000 euro come soglia massima per rimanere all’interno.

Novità UE per il regime forfettario?

La legge di Bilancio 2023 ha previsto l’ampliamento della soglia del regime forfettario da 65.000 a 85.000 euro, a partire proprio dall’anno 2023. Ma tale modifica necessitava di un’autorizzazione da parte dell’UE.

Facendo un passo indietro, il Consiglio UE, con la decisione di esecuzione 2020/647, aveva autorizzato l’Italia a mantenere operativo il regime forfettario, con limite a 65.000, fino al 31 dicembre 2024, derogando all’art. 285 Direttiva 2006/112/CE.

È bene ricordare che il mantenimento (e la modifica) del nostrano regime forfettario richiede appunto una deroga all’art. 285 Direttiva 2006/112/CE la quale dispone che “gli Stati membri che non si sono avvalsi della facoltà̀ di cui all’articolo 14 della direttiva 67/228/CEE possono concedere una franchigia d’imposta ai soggetti passivi il cui volume d’affari annuo è al massimo pari alla somma di 5000 EUR o al suo controvalore in moneta nazionale. Gli Stati membri di cui al primo comma possono applicare una riduzione decrescente dell’imposta ai soggetti passivi il cui volume d’affari annuo supera il massimale che essi hanno fissato per l’applicazione della franchigia”.

L’Italia ha poi chiesto alla Commissione UE, con lettera del 29 dicembre 2022, un’autorizzazione ad applicare una deroga all’art. 285, a partire dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2024, al fine di poter esentare dall’IVA i soggetti passivi con un volume di affari annuo non superiore ad euro 85.000.

Quindi l’Italia, prima di poter alzare la soglia del regime forfettario da 65.000 ad euro 85.000 ha dovuto richiedere all’UE un’autorizzazione esplicita.

Cosicché nella giornata di mercoledì 22 marzo 2023 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE la Decisione di Esecuzione (UE) 2023/664 del Consiglio (del 21 marzo 2023) che autorizza l’Italia, in deroga all’art. 285 Direttiva IVA 2006/112/CE, ad esentare dall’IVA i soggetti passivi il cui volume di affari non superi la soglia di 85.000.

Quali sono i risvolti?

La tanto auspicata estensione “in alto” del regime forfettario è realtà. Fino a fine 2024 il regime forfettario potrà accogliere nuovi contribuenti che prima rimanevano esclusi.

Infatti è stata autorizzata in sede UE la possibilità di innalzare fino ad euro 85.000 la soglia massima per rimanere nel regime “vantaggioso” che prevede la non applicazione dell’IVA.

È bene ricordare come il Consiglio UE, nell’emettere la propria decisione, ha tenuto conto dell’incidenza positiva che la misura speciale ha avuto sulla semplificazione degli obblighi in materia di IVA, siccome ha ridotto gli oneri amministrativi ed i costi di conformità per le piccole imprese e per le autorità fiscali, consentendo così all’Italia di destinare maggiori risorse alla lotta contro le frodi IVA e concentrando le attività di controllo sui soggetti passivi di maggiore entità.

Allo stesso tempo, l’UE ha precisato che l’applicazione di tale “misura speciale” sia limitata nel tempo per consentire alla Commissione di valutare l’efficacia e l’adeguatezza della soglia attuale.

Ma sino al 31 dicembre 2024 i forfettari possono dormire sonni tranquilli.

Decisione UE 21 marzo 2023 n. 664

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